Irresistibile, irrinunciabile, insostituibile.
C’è chi lo chiama LBD (little black dress), chi “petite robe noir”, chi “scemarello”(come la giornalista Camilla Cederna). Chiamatelo pure come volete, il risultato non cambia: è sempre insostituibile!
Mi chiedo come possa aver fatto la storia del costume ad aspettare fino al 1926 per pensarlo e non mi stupisce che sia stata proprio lei, la “grande dame” della moda a disegnarlo. Si, si, proprio lei: Coco Chanel. Un nome, una garanzia.
Semplice, lineare, disinvolto, lo porti dovunque e la differenza la fa l’accessorio.
Non c’è guardaroba che possa farne a meno.
Lo metti, lo rimetti e non sei mai la stessa.
T’incornicia e valorizza con la disinvoltura della vera classe; lascia a te l’ultima parola ma ti definisce sempre con eleganza.
Un abito che ha sempre personalità: di qualsiasi taglio lo si scelga.
Il più celebre?
Be’, sicuramente quello indossato dall’icona di stile Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”(basti pensare che l’abito è stato battuto all’asta da Christie’s, nel 2006, per più di 410 mila sterline).
Disegnato dal celebre stilista francese Hubert de Givenchy, che vedeva nella bella attrice la sua musa ispiratrice, quel capo è entrato a far parte della leggenda.
E pensare che inizialmente l’incarico era stato affidato a Balenciaga, ma lui si rifiutò.
Peccato…per lui.
Tiziana Galli
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