Il piacere di essere Femmina
Nata per creare bellezza, della vanità femminile si è sempre parlato con irriverenza.
Ma sarà poi vero che il piacere dell’effimero va guardato con tanto sospetto?
Secoli e secoli di storia ci hanno insegnato che la mortificazione non porta a nulla, anzi, non porta a nulla di buono.
C’era un tempo in cui la leggerezza era un valore riconosciuto e veniva rappresentata attraverso forme deificate che svolazzavano qua e là.
Cosa è cambiato?
C’è ancora chi si ostina a dire che “in fondo l’esteriorità non conta” e in buona parte è vero, ma, allo stesso modo è altrettanto vero che dal rispetto che mostriamo per la nostra armonia generale traspare il senso del piacere e il rispetto che abbiamo per noi stesse e per gli altri.
E’ sì, ho detto proprio “Piacere”.
Quel profondo senso di appagamento che nutre prima l’anima e poi il corpo; l’attitudine a relazionarsi a se stessi e al mondo nel modo più creativo e passionale.
La capacità di amare ciò che facciamo soprattutto godendone.
Ci sono termini che la tradizione culturale ha appesantito, imprigionandoli rigidamente dietro una coltre di pregiudizi: leggerezza, bellezza, passione, godimento.
E’ tempo di ricominciare…
Dove è sprofondato quel filo sottile che ci riporta ad un giusto contatto con noi stesse, con il mondo e con l’essenza delle cose?
Lasciamolo emergere: c’è una fata che è pronta ad uscire…
Brava Signora Galli!
RispondiEliminaGrazie cara! ;)
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