giovedì 24 novembre 2011

Nino Lettieri, Roma Fashion White 2011

Roma Fashion White, veduta della navata centrale

Spazio Glam tra i mosaici Preraffaelliti

In uno spazio decisamente insolito della Roma Capitale, lunedì 21 Novembre, nella Chiesa episcopale Americana di S.Paolo entro le mura, ha avuto luogo un atteso evento fashion.

Roma Fashion White, kermesse ad  alto impatto, organizzata, nella sua quinta edizione, dalla Together Eventi, ha visto alternarsi passerelle modaiole, spot coreografici e consegne di Premi alla Carriera.

Decisamente una chiesa all’avanguardia! Da sempre.

Forse non tutti sanno che quest’edificio, edificato tra il 1872 ed il 1876 sotto la direzione dell’architetto George Edmund Street, fu il primo, a Roma, a nascere di comunione anglicana.

Segno evidente che i tempi stavano cambiando.

La chiesa si lascia osservare per il suo affascinante sincretismo artistico, pieno di continui rimandi tra le polarità stilistiche italiane e quelle dal forte sapore anglosassone.

E’ come sentir parlare italiano una persona inglese: anche se non è perfetta la sua dizione stai lì, presa, ad ascoltarla, fantasticando sulla provenienza di quel suono inconsueto.

Ebbene…

In questo spazio così particolare, sopra un prezioso tappeto musivo, hanno sfilato quattro Maison d’Alta Moda Sposa, rigorosamente Made in Italy (Brutta Spose, Gemelle Donato, Sonia Lupo, Anna Rita Mazzei, Gian Paolo Zuccarello) e un brand di scarpe di lusso (Oro Oro).

Guess-star d’eccezione Nino Lettieri, con quattro esemplari da sposa presentati negli ultimi anni sulle passerelle dell’ Haute Couture capitolina.


Sono le immagini che devono parlare, una cosa però me la chiedo: perché queste modelle-spose sono così dure e non sorridono mai?

martedì 22 novembre 2011

Quando la pietra canta

Gioielli: piccole gioie che ti vestono.
Questo almeno secondo la mia interpretazione.

Non m’ interessa se non corrisponde appieno al vocabolario della Crusca.

Esco ora dal laboratorio di amici orafi che mi hanno affascinato con il loro mondo creativo.
Daniela Ronchetti e Giancarlo Genco: insieme da anni nella vita, ballano meravigliosamente il tango e creano gioielli dall’aspetto vivo.

La loro bottega  sembra la fucina di Vulcano. E la mia fantasia inizia a volare…
Mi sono sempre chiesta perché proprio Vulcano, forse il meno attraente degli dei, fosse il marito dei della bella Venere.
Sarà stato il fascino del forgiatore, o la facoltà di sfornarle gioielli in continuazione?
Chissà!
Mi lascio alle spalle l’interrogativo e proseguo nella mia esplorazione.

Uno spazio dal sapore autentico, ridondante di idee, di stimoli e di poesia.

Mentre curioso qua e là tra le vetrine espositive e gli attrezzi da lavoro, il mio sguardo si posa insistentemente su un anello.
È di un oro leggermente rosato che fa da base ad un’avventurina rosa, tagliata a baguette.
Sono attratta dalla magia che trasuda quel monile.

E’ lì, fermo, eppure la sua presenza vibra in tutta la vetrina. 
Un’emozione rosa pallido.

E li chiamano solo “accessori”…

I riflessi dell’oro, caldi seppur metallici, si espandono intensi, accendendo la trasparenza della pietra. Un’unica armonia cromatica  che nasce dalla fusione di nature differenti, unite in uno stesso corpo.
Semplici, pulite, distinte, eppure, proprio per questo, perfette insieme.

Chiedo maggiori informazioni sull’oggetto e i due autori mi spiegano com’è nato,

Come nasce un gioiello…

“Succede che un giorno, trovi una pietra” dicono “non sai cosa ci farai, ma sai che devi prenderla…
la metti lì, da una parte e non ci pensi più. Poi, un giorno è lei a chiamarti per essere utilizzata. E tu sei pronto per esaltarla, per farla cantare.”

Rimango incantata da tanta poesia.

Mi chiamano, nuovamente, mostrandomi un anello con un corallo ovale, montato tra due brillanti. “Vedi le sentinelle ?” mi chiede  Giancarlo e mi spiega la filosofia della sua creazione.
“i diamanti hanno la funzione di vegliare sulla pietra, affinché espliciti per intero il suo splendore”.

Come fai a non amare i diamanti?
Fieri, incorruttibili e sgargianti.
Scopro sempre una ragione in più per apprezzarli.

Torno a casa con gli occhi saturi di bellezza e con il piacere di avere visto l’amore con cui due persone, ancora oggi riescono a lavorare, creando oggetti magici.

Tiziana Galli
http://www.primastampa.com/2591/il-gran-cuore-della-moda/

Libera la fata che è in te

Il piacere di essere Femmina

Nata per creare bellezza, della vanità femminile si è sempre parlato con irriverenza.

Ma sarà poi vero che il piacere dell’effimero va guardato con tanto sospetto?
Secoli e secoli di storia ci hanno insegnato che la mortificazione non porta a nulla, anzi, non porta a nulla di buono.
C’era un tempo in cui la leggerezza era un valore riconosciuto e veniva rappresentata attraverso forme deificate che svolazzavano qua e là.

Cosa è cambiato?

C’è ancora chi si ostina a dire che “in fondo l’esteriorità non conta” e in buona parte è vero, ma, allo stesso modo è altrettanto vero che dal rispetto che mostriamo per la nostra armonia generale traspare il senso del piacere e il rispetto che abbiamo per noi stesse e per gli altri.

E’ sì, ho detto proprio “Piacere”.

Quel profondo senso di appagamento che nutre prima l’anima e poi il corpo; l’attitudine a relazionarsi a se stessi e al mondo nel modo più creativo e passionale.

La capacità di amare ciò che facciamo soprattutto godendone.

Ci sono termini che la tradizione culturale ha appesantito, imprigionandoli rigidamente dietro una coltre di pregiudizi: leggerezza, bellezza, passione, godimento.

E’ tempo di ricominciare…

Dove è sprofondato quel filo sottile che ci riporta ad un giusto contatto con noi stesse, con il mondo e con l’essenza delle cose?

Lasciamolo emergere: c’è una fata che è pronta ad uscire…