martedì 22 novembre 2011

Quando la pietra canta

Gioielli: piccole gioie che ti vestono.
Questo almeno secondo la mia interpretazione.

Non m’ interessa se non corrisponde appieno al vocabolario della Crusca.

Esco ora dal laboratorio di amici orafi che mi hanno affascinato con il loro mondo creativo.
Daniela Ronchetti e Giancarlo Genco: insieme da anni nella vita, ballano meravigliosamente il tango e creano gioielli dall’aspetto vivo.

La loro bottega  sembra la fucina di Vulcano. E la mia fantasia inizia a volare…
Mi sono sempre chiesta perché proprio Vulcano, forse il meno attraente degli dei, fosse il marito dei della bella Venere.
Sarà stato il fascino del forgiatore, o la facoltà di sfornarle gioielli in continuazione?
Chissà!
Mi lascio alle spalle l’interrogativo e proseguo nella mia esplorazione.

Uno spazio dal sapore autentico, ridondante di idee, di stimoli e di poesia.

Mentre curioso qua e là tra le vetrine espositive e gli attrezzi da lavoro, il mio sguardo si posa insistentemente su un anello.
È di un oro leggermente rosato che fa da base ad un’avventurina rosa, tagliata a baguette.
Sono attratta dalla magia che trasuda quel monile.

E’ lì, fermo, eppure la sua presenza vibra in tutta la vetrina. 
Un’emozione rosa pallido.

E li chiamano solo “accessori”…

I riflessi dell’oro, caldi seppur metallici, si espandono intensi, accendendo la trasparenza della pietra. Un’unica armonia cromatica  che nasce dalla fusione di nature differenti, unite in uno stesso corpo.
Semplici, pulite, distinte, eppure, proprio per questo, perfette insieme.

Chiedo maggiori informazioni sull’oggetto e i due autori mi spiegano com’è nato,

Come nasce un gioiello…

“Succede che un giorno, trovi una pietra” dicono “non sai cosa ci farai, ma sai che devi prenderla…
la metti lì, da una parte e non ci pensi più. Poi, un giorno è lei a chiamarti per essere utilizzata. E tu sei pronto per esaltarla, per farla cantare.”

Rimango incantata da tanta poesia.

Mi chiamano, nuovamente, mostrandomi un anello con un corallo ovale, montato tra due brillanti. “Vedi le sentinelle ?” mi chiede  Giancarlo e mi spiega la filosofia della sua creazione.
“i diamanti hanno la funzione di vegliare sulla pietra, affinché espliciti per intero il suo splendore”.

Come fai a non amare i diamanti?
Fieri, incorruttibili e sgargianti.
Scopro sempre una ragione in più per apprezzarli.

Torno a casa con gli occhi saturi di bellezza e con il piacere di avere visto l’amore con cui due persone, ancora oggi riescono a lavorare, creando oggetti magici.

Tiziana Galli

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