FashionArt
giovedì 8 marzo 2012
giovedì 1 marzo 2012
Gioielli per vestirsi
Sono del parere che una cosa, quando c’è, debba vedersi, soprattutto se si misura in carati o ha la proprietà di brillare.
Fatta la doverosa premessa, sottolineo che questa è una mia specifica forma mentis: amo pensare in grande.
È con immenso piacere che ho scoperto il talento di una designer emergente che, sposando la mia stessa filosofia, produce gioielli estremamente “generosi” nel concedersi agli sguardi.
Belli e visibili.
Giuliana Mancinelli Bonafaccia, apre il suo store, nel marzo del 2010, con una prima fortunata collezione e rilancia quest’anno esordendo con un evento incluso nel calendario collaterale di Altaroma.
Anelli, bracciali, cinte e fibbie dominano la produzione con le loro caratteristiche decorazioni provenienti dal mondo della natura.
La collezione del 2010/11 si ispira maggiormente a dorsi di coccodrillo, zampe di rana e alghe.
La linea del 2012, entra nel dettaglio delle varie forme di vita, studiando le seduzioni strutturali di primitivi organismi unicellulari: i radiolari.
Stimolata dal lavoro del biologo tedesco Ernst Haekel ed in particolar modo dalle rappresentazioni presenti nelle tavole “Die Radiolarien” del 1862, la designer si è lanciata nella produzione di una serie di gioielli dallo stile altamente innovativo.
Naturalmente tutti pezzi unici, o in edizione limitata, con una manifattura rigorosamente Made in Italy.
“Un gioiello non è solo un monile” dice Giuliana Bonafaccia “ ti veste.
E’ capace di rendere unico un abito ed è un complemento assolutamente insostituibile.”
Quanta verità in poche parole…
Tiziana Galli
lunedì 20 febbraio 2012
Le suggestioni del bianco
C’è chi, ancora, si ostina a pensare che il bianco sia un unico colore.
Sfatiamo questo falso mito.
Nessuna tinta si esprime con un unico timbro.
Basti pensare ai riflessi dei ghiacci polari o ai riverberi delle nuvole: alziamo lo sguardo e allarghiamo l’orizzonte.
Legato a doppio filo con l’idea della luce, il bianco ha un valore archetipico.
Assoluto, sfacciato, senza mezzi termini, non lascia mai indifferenti: lo ami o lo odi.
Fino al secolo scorso era impensabile immaginare la biancheria intima di un altro colore: bustini, sottane, corpetti e camicie erano rigorosamente total white.
Sfatiamo questo falso mito.
Nessuna tinta si esprime con un unico timbro.
Basti pensare ai riflessi dei ghiacci polari o ai riverberi delle nuvole: alziamo lo sguardo e allarghiamo l’orizzonte.
Legato a doppio filo con l’idea della luce, il bianco ha un valore archetipico.
Assoluto, sfacciato, senza mezzi termini, non lascia mai indifferenti: lo ami o lo odi.
Fino al secolo scorso era impensabile immaginare la biancheria intima di un altro colore: bustini, sottane, corpetti e camicie erano rigorosamente total white.
Persino l’incarnato era bene che fosse pallido, perché questo denotava nobiltà e raffinatezza, la doratura del sole era lasciata alle contadine.
Sempre bello, sempre elegante, sempre di gusto, sempre di stile.
Da solo o usato a contrasto per rifinire o vivacizzare un outfit.
In piena Controriforma lo usavano alcune categorie sociali (nobili e giudici) su colletti e polsini: il bianco era uno dei lussi che si concedeva chi poteva essere pulito.
Bianco per antonomasia è l’abito da sposa, ma non dimentichiamo che tale abitudine si configurò in Occidente solo nel XIX secolo, poi si andò man mano espandendo.
Dagli albori della storia ad oggi vestirsi di bianco non è mai passato di moda e quest’anno sembrerebbe essere un vero must per la bella stagione che stiamo aspettando.
Sempre bello, sempre elegante, sempre di gusto, sempre di stile.
Da solo o usato a contrasto per rifinire o vivacizzare un outfit.
In piena Controriforma lo usavano alcune categorie sociali (nobili e giudici) su colletti e polsini: il bianco era uno dei lussi che si concedeva chi poteva essere pulito.
Bianco per antonomasia è l’abito da sposa, ma non dimentichiamo che tale abitudine si configurò in Occidente solo nel XIX secolo, poi si andò man mano espandendo.
Dagli albori della storia ad oggi vestirsi di bianco non è mai passato di moda e quest’anno sembrerebbe essere un vero must per la bella stagione che stiamo aspettando.
L. Borbone
N. Lettieri
G. Curti
C. Bona
R. Curiel
M. Ferri
M. Ferri
Sarli
S. Maestro
T. Ward
T. Ward
Giada Curti e Luigi Borbone hanno dedicato alla tinta l’intera Collezione P/E 2012, Nino Lettieri un buon 50%.
D’estate o d’inverno, non fa differenza: in bianco non si passa inosservate.
Attenzione, però: usato assoluto ha un impatto così forte che va saputo dosare con trucco ed accessori, per evitare di apparire troppo dure o distaccate.
Per alcuni incarnati potrebbe essere migliore la scelta di una nuance più morbida, magari vicina al crema.
Saputo questo… non serve altro, il gioco è fatto!
D’estate o d’inverno, non fa differenza: in bianco non si passa inosservate.
Attenzione, però: usato assoluto ha un impatto così forte che va saputo dosare con trucco ed accessori, per evitare di apparire troppo dure o distaccate.
Per alcuni incarnati potrebbe essere migliore la scelta di una nuance più morbida, magari vicina al crema.
Saputo questo… non serve altro, il gioco è fatto!
Tiziana Galli
credirs:
Sarli ph Soccio/ Sorentino
C. Bona ph Sorrentino
T. Ward ph Soccio/Sorrentino
Marta Ferri ph Soccio/Sorrentino
S. Maestro ph Soccio Sorrentino
Curiel ph Sorrentino
Borbone ph Soccio/ Latrofa/Sorrentino
Curti ph S. Paratore
Lettieri ph S. Paratore
C. Bona ph Sorrentino
T. Ward ph Soccio/Sorrentino
Marta Ferri ph Soccio/Sorrentino
S. Maestro ph Soccio Sorrentino
Curiel ph Sorrentino
Borbone ph Soccio/ Latrofa/Sorrentino
Curti ph S. Paratore
Lettieri ph S. Paratore
venerdì 10 febbraio 2012
La Regina delle nevi incanta la Mezzanotte romana
Complice l’atmosfera incantata del St. Regis Hotel, la kermesse presentata per la Collezione P/E 2012 di Giada Curti ha lasciato il suo segno.
Venti outfits in total white per un inconfutabile effetto grande soirée.
Venti capi per altrettanti tipi di femminilità.
Protagonista assoluta una donna dalla straordinaria eleganza e l’indiscutibile charme.
Chiffon, sete e organze, nelle loro sovrapposizioni, creano sensuali velature, volumi spiombati e inaspettati giochi di luce sulle figure allungate delle mannequin.
Il bianco dei tessuti viene mosso dalle varie texture che lasciano scivolare la luce in maniera sempre diversa.
Perle e cristalli swarovski guarniscono i dettagli; pizzi e cascate di tulle animano l’immancabile nude-look.
Midnight in Rome, questo il titolo dello spettacolo, che porta in scena linee new-look, abiti a sirena, pantaloni pigiama palazzo, pepli drappeggiati e culottes anni ’50 con outfits che scoprono le gambe ed esaltano il punto vita.
Protagonista assoluto il seno: evidenziato, sussurrato o esaltato da ogni capo, viene reso, apertamente, argomento di conversazione attraverso l’uscita della mannequin recante in mano una protesi di silicone servita su un piatto d’argento.
Meditate gente, meditate…
Tiziana Galli
Foto di Salvatore Paratore
http://www.primastampa.com/3374/mezzanotte-in-total-white/
giovedì 9 febbraio 2012
Uno stile Glamour e tanta grinta
E’un linguaggio ricco e intrigante quello che le stiliste Noemi Andriani e Martina Vitolo hanno utilizzato per la kermesse di Altaroma, presentata con l’Accademia del Costume e della Moda il 31 Gennaio 2012.
Una collaborazione, la loro, che ha dato vita ad un mini show dal sapore ironico e contemporaneo.
Un’intesa stilistica felice, carica di glamour e di grinta dove le linee pulite dal taglio neoclassico si animavano raffinatamene con vezzi rococò, mentre un’infinità di materiali sofisticati arricchiva di sapore il tutto.
Pizzo chantilly, pelle di elefante tagliata al laser, velluto tedesco, crêpe, seta, georgette: un trionfo di tessuti di diverso spessore dove la luce poteva scivolare e saltellare ritmatamente.
Moda intesa come arte.
Arte sentita come libertà espressiva.
“Non pongono freni all'immaginazione” mi dice Martina “In ogni abito che disegno ci sono io. Ogni abito rappresenta una sfaccettatura della mia personalità e dei miei interessi.”
Un modo per creare, essere se stesse e divertirsi.
Un modo per “vivere un sogno”, sottolinea Noemi che precisa ulteriormente: ”Ho voluto fare della mia passione il mio lavoro.”
Si vede nei loro abiti e nei loro occhi la loro determinazione.
Allora… ad maiora!
Tiziana Galli
Foto di Federica Paradiso
Una collaborazione, la loro, che ha dato vita ad un mini show dal sapore ironico e contemporaneo.
Un’intesa stilistica felice, carica di glamour e di grinta dove le linee pulite dal taglio neoclassico si animavano raffinatamene con vezzi rococò, mentre un’infinità di materiali sofisticati arricchiva di sapore il tutto.
Pizzo chantilly, pelle di elefante tagliata al laser, velluto tedesco, crêpe, seta, georgette: un trionfo di tessuti di diverso spessore dove la luce poteva scivolare e saltellare ritmatamente.
Moda intesa come arte.
Arte sentita come libertà espressiva.
“Non pongono freni all'immaginazione” mi dice Martina “In ogni abito che disegno ci sono io. Ogni abito rappresenta una sfaccettatura della mia personalità e dei miei interessi.”
Un modo per creare, essere se stesse e divertirsi.
Un modo per “vivere un sogno”, sottolinea Noemi che precisa ulteriormente: ”Ho voluto fare della mia passione il mio lavoro.”
Si vede nei loro abiti e nei loro occhi la loro determinazione.
Allora… ad maiora!
Tiziana Galli
Foto di Federica Paradiso
venerdì 3 febbraio 2012
Sussurri a lume di candela
Ha il sapore degli affreschi cinquecenteschi l’allure che il 28 Gennaio Raffaella Curiel ha presentato per Altaroma.
Una kermesse fatta di piccole e armoniche pennellate, per una femminilità che non grida, ma affascina per la raffinatezza del suo stile.
Nulla è lasciato al caso e dietro ogni abito c’è un ricerca infinita e appassionata del dettaglio.
Madame Curiel, non ha permesso all’aggressività delle luci di S. Spirito in Sassia, di “mangiare”la sua collezione decidendo di farla sfilare nell’intimità di Palazzo Sacchetti, residenza di un’amica. Solo pochi i fortunati che hanno potuto vederla di persona.
Cinquantotto “curielini” nati dall’entusiasmo provato dopo aver partecipato al compleanno dell’amico Paolo Portoghesi nella Biblioteca Vaticana.
La delicatezza degli affreschi cinquecenteschi, dipinti sotto la guida dei Maestri Giovanni Guerra e Cesare Nebbia, ha saputo galvanizzare la fantasia della stilista:
“Quei cromatismi così armoniosi evocano luci di gioia interiore” ricorda donna Raffaella continuando ad emozionarsi.
“Ho voluto cominciare dalla purezza di quei colori.”
Gli abiti presentati hanno un sapore internazionale, “perché possono essere indossati, con la stessa disinvoltura, da una donna di Roma, di Londra o di New York.”
Le giacche dei tailleurs hanno tagli ben definiti e vengono ingentilite dalla morbidezza delle gonne.
I colli, montati e irregolari, enfatizzano l’allure statuaria di chi li indossa, mentre pieghe e nervature ne disegnano la silhouette.
I dettagli? Bottoni anni quaranta o nastri del settecento “che costano quanto una pelliccia”, sottolinea la stilista.
Dove li trova? Nelle aste o nei mercatini dell’antiquariato.
La ciliegina”? Quindici abiti della collezione costituiscono una re-interpretazione del baule della mamma della Curiel.
“Abiti fatti di niente” dice la stilista “perché il loro valore non è nello sfarzo, ma nell’alta sartorialità che li costruisce.”
La sartorialità italiana che donna Raffaella ben custodisce.
Tiziana Galli
Le foto della Collezione Curiel sono di Serena Aliberti
Una kermesse fatta di piccole e armoniche pennellate, per una femminilità che non grida, ma affascina per la raffinatezza del suo stile.
Nulla è lasciato al caso e dietro ogni abito c’è un ricerca infinita e appassionata del dettaglio.
Madame Curiel, non ha permesso all’aggressività delle luci di S. Spirito in Sassia, di “mangiare”la sua collezione decidendo di farla sfilare nell’intimità di Palazzo Sacchetti, residenza di un’amica. Solo pochi i fortunati che hanno potuto vederla di persona.
Cinquantotto “curielini” nati dall’entusiasmo provato dopo aver partecipato al compleanno dell’amico Paolo Portoghesi nella Biblioteca Vaticana.
La delicatezza degli affreschi cinquecenteschi, dipinti sotto la guida dei Maestri Giovanni Guerra e Cesare Nebbia, ha saputo galvanizzare la fantasia della stilista:
“Quei cromatismi così armoniosi evocano luci di gioia interiore” ricorda donna Raffaella continuando ad emozionarsi.
“Ho voluto cominciare dalla purezza di quei colori.”
Gli abiti presentati hanno un sapore internazionale, “perché possono essere indossati, con la stessa disinvoltura, da una donna di Roma, di Londra o di New York.”
Le giacche dei tailleurs hanno tagli ben definiti e vengono ingentilite dalla morbidezza delle gonne.
I colli, montati e irregolari, enfatizzano l’allure statuaria di chi li indossa, mentre pieghe e nervature ne disegnano la silhouette.
I dettagli? Bottoni anni quaranta o nastri del settecento “che costano quanto una pelliccia”, sottolinea la stilista.
Dove li trova? Nelle aste o nei mercatini dell’antiquariato.
La ciliegina”? Quindici abiti della collezione costituiscono una re-interpretazione del baule della mamma della Curiel.
“Abiti fatti di niente” dice la stilista “perché il loro valore non è nello sfarzo, ma nell’alta sartorialità che li costruisce.”
La sartorialità italiana che donna Raffaella ben custodisce.
Tiziana Galli
Le foto della Collezione Curiel sono di Serena Aliberti
sabato 28 gennaio 2012
Ha i colori della neve la Primavera /Estate di Luigi Borbone
Pensata e studiata nel dettaglio, la kermesse di Palazzo Ferrajoli ha segnato l’esordio di Luigi Borbone ad AltaRoma.
Ieri, 27 gennaio, nelle sale, del palazzo nobiliare lo stilista architetto ha sfilato con quattordici capi interamente prodotti per l’occasione.
Di rigore il bianco. Il colore non colore, declinato in tutte le sue possibilità e varianti ci affascina per il sapore della ricerca che si evince alle sue spalle. Trasparente, opaco, perlescente, in lattice, con inclusioni di swarowsky, o infiltrazioni di oro zecchino, ma sempre e comunque eco-friendly.
Un nuovo concetto di lusso si affaccia alle porte della moda per la New Generation.
L’ispirazione siderale della sfilata ricalca i toni del pittore norvegese Odd Nerdrumm di cui Borbone vuole riproporre il mood. Primitivo e dalle espressioni calcate Nerdrumm ripropone un’umanità essenziale, asciutta, attaccata a poche cose, ma vere: alla vita soprattutto.
La ricercatezza dello stile di Borbone è stata sublimata dalla collaborazione dell’insostituibile make-up artist Antonio Ciaramella che ha creato delle particolari calotte di garza sulle teste delle modelle a sottolinearne l’essenzialità dei lineamenti.
Per il trucco: volti sfumati dal sapore rinascimentale dei volumi leonardeschi, con i soli colori della terra.
Gli accessori? Non poteva essere diversamente: Alecci e di Paola.
Disegnati, per l’occasione, da Luigi Borbone e realizzati dai due designers, in plastica riciclata con inclusioni di cristallo.
Perfetti per l’occasione e soprattutto tutti pezzi unici.
Sfilata geniale!
Tiziana Galli
Ieri, 27 gennaio, nelle sale, del palazzo nobiliare lo stilista architetto ha sfilato con quattordici capi interamente prodotti per l’occasione.
Di rigore il bianco. Il colore non colore, declinato in tutte le sue possibilità e varianti ci affascina per il sapore della ricerca che si evince alle sue spalle. Trasparente, opaco, perlescente, in lattice, con inclusioni di swarowsky, o infiltrazioni di oro zecchino, ma sempre e comunque eco-friendly.
Un nuovo concetto di lusso si affaccia alle porte della moda per la New Generation.
L’ispirazione siderale della sfilata ricalca i toni del pittore norvegese Odd Nerdrumm di cui Borbone vuole riproporre il mood. Primitivo e dalle espressioni calcate Nerdrumm ripropone un’umanità essenziale, asciutta, attaccata a poche cose, ma vere: alla vita soprattutto.
La ricercatezza dello stile di Borbone è stata sublimata dalla collaborazione dell’insostituibile make-up artist Antonio Ciaramella che ha creato delle particolari calotte di garza sulle teste delle modelle a sottolinearne l’essenzialità dei lineamenti.
Per il trucco: volti sfumati dal sapore rinascimentale dei volumi leonardeschi, con i soli colori della terra.
Gli accessori? Non poteva essere diversamente: Alecci e di Paola.
Disegnati, per l’occasione, da Luigi Borbone e realizzati dai due designers, in plastica riciclata con inclusioni di cristallo.
Perfetti per l’occasione e soprattutto tutti pezzi unici.
Sfilata geniale!
Tiziana Galli
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